San Martino al Cimino

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San Martino al Cimino – Viterbo

San Martino al Cimino si trova a soli otto chilometri da Viterbo, sui Monti Cimini, in posizione panoramica verso Viterbo e il Mar Tirreno. Il piccolo borgo di San Martino è un esempio originale dell’urbanistica barocca, progettato intorno all’abbazia cistercense costruita dai monaci Cistercensi di Pontigny agli inizi del XIII secolo. Fu nel 1645 quando la cognata di Innocenzo X, Donna Olimpia Maidalchini, allora la donna più temuta e più potente di Roma e amante del lusso e delle arti, decise far costruire una residenza a San Martino al Cimino dall’aria salubre. Commissionò al Borromini, cui il pontefice era mecenate, il progetto che previde una città costruita entro mura con due porte urbiche, una via retta che fungeva da collegamento tra Porta Viterbese con, in cima al palazzo principesco (ora Doria Pamphili) e la chiesa abbaziale. Questa piccola città fu rigorosamente progettata nei minimi particolari con un disegno sino allora inedito, conteneva tutte le strutture necessarie per la vita quotidiana, abitazioni, strutture pubbliche come lavatoi, forni, macelli, botteghe. C’era uno spazio previsto anche per i divertimenti, adibito a teatro a cielo aperto. Una soluzione lungimirante era la progettazione delle casette a schiera, le prime delle quali erano le abitazioni degli scalpellini e maestranze che costruirono il nuovo borgo. La trasformazione diretta dall’architetto Marcantonio de’ Rossi, travolse l’impianto medioevale di San Martino, rendendolo un centro agricolo e rappresentativo. Visiteremo la chiesa abbaziale di San Martino dall’interno suggestivo perché illuminato dal gioco di luce filtrata dalla grande vetrata del rosone a otto petali della facciata. Tra le varie opere pittoriche troviamo una Madonna in trono e il Bambino di autore ignoto del XIV secolo, un Salvator Mundi e La Madonna del Rosario di Mattia Preti (XVII secolo). È possibile visitare, su prenotazione, la sala capitolare che è oggi sede della Confraternita di San Martino. La sala fu ristrutturata nel XVI-XVII secolo e decorata con stucchi e affreschi raffiguranti alcuni castelli pamphiliani, paesaggi con scene mitologiche e grottesche.




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